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Mi riferisco a quel grande gruppo di patologie a diversa eziopatogenesi che colpiscono il Sistema Nervoso centrale o periferico e  che  possono essere di natura vascolare,  infettiva o infiammatoria, degenerativa o traumatica: Morbo di Parkinson, esiti da Ictus, Sclerosi Multipla, esiti di Traumi Cranici, Paraplegia, Distrofia muscolare, Paralisi cerebrali infantili, Ritardi psicomotori, Paralisi ostetriche, Sindromi Piramidali ed Extrapiramidali, malattie Demielinixìzzanti etc..

Il metodo Feldenkrais  è molto utile in tutte le malattie che disturbano, inibiscono o creano involuzione del movimento.

 Moshè Feldenkrais,  ingegniere e fisico israeliano che mise a punto il metodo , fu uno dei primi scienziati ad intuire, negli anni ’40, il concetto di neuro plasticità oggi caro alle neuroscienze,che indica la capacità del Sistema Nervoso di modificare la propria  struttura e il proprio funzionamento  in risposta a una varietà di fattori  intrinseci come l’attività e l’esperienza mentale, o estrinseci.  In altri termini il Sistema nervoso centrale è  dotato di capacità di risposta e  adattamento a situazioni patogene come lo stroke (ictus) o i traumi.

Gli studiosi che hanno dimostrato l’esistenza della neuro plasticità, rifiutarono  la tesi di un cervello dalle aree funzionali fisse e immutabili. Dotati per la prima volta di strumenti in grado di osservare le attività microscopiche del cervello vivente, provarono che quest’organo si modifica col funzionamento. Nel 2000 il premio Nobel per la  medicina fu assegnato a Eric Kandel per aver dimostrato che con l’appprendimento le connessioni fra i neuroni aumentano. Centinaia di studi proseguirono su questa scia, indicando che l’attività mentale non è solo il prodotto del cervello, ma a sua volta plasma il cervello. La neuro plasticità restituisce alla mente il suo importante ruolo nella medicina moderna e nella vita umana. 

Il  Feldenkras  è un metodo neuro plastico per eccellenza: nel suo lavoro Moshè descrive in che modo la consapevolezza mentale del movimento migliora la performance e il cervello.

Nell’introduzione al suo libro “Il corpo e il comportamento maturo” Feldenkrais cita l’opera di Freud che ammirava molto, e mette in rilievo come la “terapia della parola” si concentrava poco sul modo in cui l’ansia o altre emozioni vengono espresse nella postura e nel corpo. Il cervello è per sua natura corporeo, e la nostra esperienza soggettiva ha sempre una componente corporea, proprio come tutte le esperienze corporee hanno una componente mentale.

Il metodo Feldenkrais influenza evolutivamente il cervello, lo stimola a cercare soluzioni nuove e vicarianti, chiarisce attraverso l’attività di “neuro differenziazione” come recuperare le abilità attentive e tornare ad imparare.

La metodologia del lavoro Feldenkrais  lo rende particolarmente adatto a stimolare le capacità neuro plastiche del cervello, migliorando le connessioni fra i neuroni :

  • La mente programma il funzionamento del cervello. Noi esseri umani nasciamo con un numero ridotto di riflessi infatti il nostro apprendistato neuro-motorio è il più lungo tra le specie.” L’homo sapiens, scrive Feldenkrais, viene alla luce con gran parte della massa nervosa priva di schemi, di connessioni, così che ogni individuo a seconda di dove nasce, può organizzare il proprio cervello adattandolo alle esigenze dell’ambiente in cui vive”. E ancora:”La mente si sviluppa gradualmente e inizia a programmare il funzionamento del cervello. La mia visione della mente e del corpo implica un raffinato metodo di ricablaggio della struttura dell’intero essere umano in vista di una buona integrazione funzionale, il che significa essere in grado di fare ciò che si desidera. Ogni individuo può scegliere di cablare se stesso in modo specifico”.
  • Il cervello non può pensare senza la funzione motoria. L’unità di mente e corpo è una realta oggettiva e diceva Feldenkrais “ sostengo che il cervello non può pensare senza le funzioni motorie” Anche pensare di compiere un movimento stimola il movimento stesso, seppur in modo molto sottile
  • La consapevolezza motoria è il segreto per migliorare il movimento. Il sistema sensoriale è strettamente collegato al sistema motorio. Lo scopo delle sensazioni è quello di orientare, favorire il controllo, coordinare e valutare il successo di un movimento. Il senso cinestesico svolge un ruolo chiave nello stabilire il successo e fornisce un feedback sensoriale immediato sulla posizione del corpo e degli arti nello spazio. La consapevolezza del movimento, ovvero essere coscienti di ciò che si esegue, è alla base del Metodo Feldenkrais; le intuizioni di Feldenkrais sono state confermate dal neuro scienziato Merzenich, il quale mostrò che un cambiamento neuro plastico a lungo termine si verifica più facilmente quando una persona o un animale si concentrano sul processo di apprendimento.
  • La differenziazione-distinguere dal punto di vista sensoriale i movimenti più piccoli-costruisce le mappe cerebrali. I neonati osservava Feldenkrais, compiono movimenti molto ampi e scarsamente differenziati, basati su riflessi primitivi, utilizzando molti muscoli contemporaneamente, ad esempio quando estendono di riflesso tutto il braccio. Man mano che crescono, imparano ad eseguire movimenti singoli più piccoli e precisi. Ma questo non accade finchè il bambino non è in grado di utilizzare la consapevolezza per distinguere le differenze più piccole tra i movimenti. La differenziazione è un valido strumento per aiutare molti pazienti colpiti da ictus, bambini con paralisi cerebrale e perfino autistici

. Feldenkrais scoprì, basandosi sulle ricerche del neurochirurgo Wilder Penfield, che quando una parte del corpo è danneggiata, la sua rappresentazione mentale si riduce o scompare. Penfield aveva mostrato come la superficie del corpo è rappresentata nel cervello da una mappa e Feldenkrais capì che il cervello segue il principio use it or lose it ovvero usarlo o perderlo, e che quando alcune parti  sono lesionate- e perciò non vengono usate spesso- la loro rappresentazione nella mappa cerebrale si restringe. Questo principio oramai è noto ma meno nota è la metodologia: compiendo movimenti fini, ossia differenziati, e concentrandosi mentre vengono eseguiti, abbiamo una esperienza soggettiva del loro ampliamento: le rispettive mappe mentali occupano più spazio e sono più precise.

Quindi in tutte le patologie ad eziologia neurogena ma anche miogena il metodo Feldenkrais ha un'azione di stimolo sulla ricostruzione di schemi motori e sull'attivazione di strategie motorie vicarianti. In qualunque condizione anche patologica il cervello umano tende alla sua funzione principale che è imparare.

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